Col filo e con l’ago, omaggio a Maria Lai e alla tradizione millenaria della tessitura

CANALE DI TENNO - La Casa degli Artisti «Giacomo Vittone» dedica la mostra d’autunno a un linguaggio espressivo che accompagna l’umanità fin dall’alba dei tempi: il cucito. 

La mostra «Col filo e con l’ago», inaugurata sabato 23 ottobre, è un omaggio a Maria Lai (Ulassai, 1919 – Cardedu, 2013), una delle voci più singolari dell’arte italiana del secondo dopoguerra, che negli anni Settanta realizza i cosiddetti Telai, opere in cui pittura e scultura si incontrano e nelle quali la tradizione millenaria della tessitura si apre a nuove potenzialità compositive.

Nell’opera di Maria Lai il gesto della tessitura è una meditazione condotta in solitudine, una riflessione intima sul senso della comunità, della storia e della tradizione, il tentativo poetico di ricostituire un legame tra un passato arcaico e un presente in cui la memoria si va dissolvendo. Le Geografie e i Libri, serie cui l’artista si è dedicata alla fine degli anni Settanta, sono la prima il racconto organizzato intorno ad ampie composizioni realizzate con stoffe e ricami che rappresentano pianeti, geografie e costellazioni immaginarie, e la seconda uno degli aspetti più noti della sua produzione, che include il celeberrimo «Libro scalpo», presentato nel 1978 alla Biennale di Venezia.

 

L’omaggio della Casa degli Artisti è una mostra sospesa tra passato e presente in cui il ricamo va oltre la sfera personale e crea, punto per punto, una traccia indelebile dell’esistenza.

Le opere esposte sono di Damiano Colombi, Osvaldo Maffei, Margaret Nella, Amina Pedrinolla e Rosalba Trentini. Inoltre, l’associazione Arco Ricama espone l’opera collettiva «Abbecedario per Maria Lai», in cui ogni lettera dell’alfabeto è interpretata secondo una parola-concetto cara a Maria Lai (formato di stoffa 35 centimetri per 35 per ogni parola).

Alla lettera N = nastro il riferimento è a una delle opere più celebri dell’artista sarda, «Legarsi alla montagna», realizzata con un nastro azzurro assieme agli abitanti del paese di Ulassai l’8 settembre 1981.

 

All’inaugurazione della mostra, nella serata di sabato 23 ottobre, hanno perso parte per il Comune di Tenno il sindaco Giuliano Marocchi e l’assessora alla cultura Giancarla Tognoni, per il Comune di Arco l’assessore alla cultura Guido Trebo, presente la curatrice Roberta Bonazza.

L’utilizzo del filo e dell’ago per gli artisti è un modo per ricercare forme espressive in cui il filo scorre oltre la tradizione che, nel percorso espositivo, ha una sua stanza di racconto attraverso i manufatti di sei ricamatrici scomparse, delle quali si aprono i bauli. I linguaggi artistici si intrecciano e si incontrano, a partire da un uso filologico del filo e dell’ago fino al utilizzo del filo come metafora di nodi e trame psicologiche.

 

La mostra, realizzata in collaborazione con il Museo degli usi e costumi della gente trentina, il circolo culturale di Javrè «Al filò dal lundì» e Casa Bonus di Bondo, è aperta alla visita fino al 6 gennaio dalle 10 alle 12 e dalle 13 alle 17 da martedì a domenica (lunedì chiuso) con ingresso gratuito. Sono richiesti mascherina e green pass.

La Casa degli Artisti «Giacomo Vittone» di Canale di Tenno è gestita dai Comuni di Arco, Riva del Garda e Tenno, quest’ultimo quale ente capofila.

Foto di Luciano Stoffella.

 

 

I commenti sono chiusi.