Lieto fine per la volpe caduta nel canale gelato

MORI - L'animale è rimasto aggrappato alla sponda del canale. Era ormai allo stremo quando un gruppo di persone l’ha strappata alle acque gelide.

Una bella storia a lieto fine. I fatti risalgono a ieri, domenica 9: la volpe stava annegando nel canale Biffis quando il destino le ha fatto incontrare i suoi angeli custode.

«Era circa mezzogiorno. La volpe – scrive uno dei protagonisti del salvataggio – stava annegando e solo la forza della disperazione le permetteva di restare aggrappata con le unghie delle zampe anteriori alle pareti ripide e scivolose del Biffis, mentre metà corpo e la coda erano immerse nell’acqua fredda e gelida di gennaio».

«Da lì passava correndo Nicola, un ragazzo che, vista la scena, non ha esitato a chiedere aiuto. Io – scrive Nadia – stavo camminando nelle vicinanze e sono intervenuta con i miei amici Paola, Renzo e la cagnolina Bubi. Sono arrivati anche quattro ragazzi a cavallo e da lì sono iniziate le operazioni di recupero e soccorso come una catena , dove gli anelli si incastravano e magicamente ognuno andava al suo posto: un cavaliere ha fornito la corda e Nicola, legato in sicurezza alla fune, ha recuperato la volpe, passandola poi al cavaliere che l’ha appoggiata delicatamente sull’erba. La mia amica Paola non ha esitato a togliersi la bella giacca indossata per coprire la bestiola che tremava e non riusciva a muoversi…».

 

Altri passanti sono intervenuti e tutti si davano da fare: chi per strofinare, scaldare e tenere in vita il corpicino intirizzito, chi per pulire le zampette sanguinanti.

Qualcuno ha quindi allertato la Protezione civile, la Polizia provinciale veterinaria, la clinica per gli animali selvatici.

“Siamo volontari della clinica degli animali, stiamo arrivando col trasportino”. “Bene, noi vi veniamo incontro con la volpe avvolta nelle coperte, fate presto…”.

 

Alla fine la volpe, che sembrava morta, apriva gli occhioni nelle coperta i cui lembi tenuti con forza da Nicola, Renzo e un altro giovanissimo volontario ne permettevano “il viaggio” verso la salvezza. Poi, delicatamente, veniva traslata nel trasportino, verso le cure che l’avrebbero rimessa in piedi.

 

 

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