Come combattere la lebbra dell’oliva

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ALTO GARDA – L’Alto Garda si mobilita per salvare il suo patrimonio olivicolo.Ecco le istruzioni della Comunità Montana per combattere “lebbra dell’oliva” e mosca olearia.

L’allarme è lanciato dall’Ufficio agricoltura  della  Comunità  Montana Parco che, a seguito degli esiti della campagna olivicola 2014, invita tutti gli olivicoltori «ad adottare misure atte a contenere e prevenire malattie fungine degli ulivi, fra cui, in modo particolare, la “lebbra delle olive”,di cui si sono riscontrati numerosi focolai su tutto il territorio dell’Alto Garda bresciano, e ad adottare misure di prevenzione e contenimento delle infestazioni da mosca olearia».

In particolare, per quanto riguarda la “lebbra delle olive”, malattia provocata dalle piogge persistenti della scorsa estate che da anni non veniva riscontrata da queste parti, si invitano gli olivicoltori a seguire le seguenti misure agronomiche e di controllo chimico: «Al termine della raccolta effettuare almeno un trattamento a base di rame, meglio con poltiglia bordolese, al massimo delle dosi indicate in etichetta e possibilmente ripeterlo entro 15/20 giorni; maggiore areazione della chioma, da adottarsi attraverso opportuna potatura nel periodo primaverile; distruzione, possibilmente con bruciatura in loco, nel rispetto delle norme vigenti, o asportazione del materiale di risulta della potatura; dopo la potatura, o comunque in prefioritura laddove non si sia potato, trattare le piante con prodotti antifungini a base di rame (poltiglia bordolese, ossicloruro di rame, ecc.)».

Per quanto riguarda la mosca olearia la Comunità Montana consiglia invece di «iniziare ad effettuare il monitoraggio nel proprio oliveto, con le apposite trappole, a partire dai primi giorni di giugno e di posizionare, ai primi segni di presenza della mosca, i dispositivi di cattura massale (trappole) nella misura di almeno 1 ogni 2 piante, per eventualmente integrarne il numero successivamente o trattare con prodotti attrattivi atti alla cattura massale (Spinosad)».

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