Ladri… d’acqua di lago
LAGO DI GARDA – Sanzioni delle Fiamme Gialle a decine di proprietari di ville a lago che prelevavano, senza i dovuti permessi, acqua dal lago.
L’acqua del Garda è tanta, tantissima (più o meno una cinquantina di km cubi), ma non ce se ne può servire a piacimento, senza le dovute autorizzazioni.
Come invece facevano decine di proprietari di case a lago, individuati dai militari della Sezione operativa navale delle Fiamme Gialle, di stanza a Salò, nel corso di servizi di controllo in materia ambientale finalizzati a verificare il rispetto delle norme che regolano l’uso delle acque pubbliche superficiali.
Acque che, lo ricordiamo, appartengono allo Stato e fanno parte del cosiddetto demanio (cioè sono «acque pubbliche»), per cui il loro prelievo o utilizzo sono dettagliatamente regolamentati da leggi dello Stato e della Regione. Questo vale anche per l’acqua del lago.
Per legge, chi intende prelevare e utilizzare le acque lacustri deve ottenere un provvedimento di concessione rilasciato dall’autorità competente: Regione Lombardia per le cosiddette grandi derivazioni (a scopo idroelettrico o industriale), la Provincia per le piccole derivazioni.
Concessione che non si sono premurati di richiedere ed ottenere numerosi proprietari di abitazioni a lago dei comuni rivieraschi di Padenghe, Moniga e Manerba, dove i militari della squadra nautica della Guardia di Finanza hanno individuato decine di pompe per prelievi dal lago, con annessi pescanti e tubi di conduttura per approvvigionare, evidentemente a costo zero, le proprietà private.
Tutto senza le previste autorizzazioni e in violazione a quanto prevede il decreto legislativo 152 del 2006, il cosiddetto «Codice dell’Ambiente».