Lonato, Desenzano e Castiglione contro il biogas

BASSO GARDA – I tre comuni presentano appello al Consiglio di Stato con la sentenza del Tar di Brescia. “Impianto progettato in un sito di straordinaria rilevanza ambientale, naturalistica, archeologica”.

Ecco il comunicato congiunto delle tre amministrazioni.

“I Comuni di Lonato del Garda, Desenzano del Garda e Castiglione delle Stiviere rendono noto di aver presentato appello al Consiglio di Stato per la riforma della sentenza n. 1197/2016, con la quale il TAR per la Lombardia sezione di Brescia si è pronunciato sui ricorsi presentati dalle amministrazioni per l’annullamento degli atti autorizzativi dell’impianto biogas alimentato da fanghi di depurazione che la società Valli è intenzionata a realizzare in località Campagnoli.

Per quanto il TAR abbia in parte riconosciuto la fondatezza dei ricorsi, imponendo alla Provincia di Brescia di rivedere al ribasso numerosi parametri relativi alle emissioni in atmosfera (ciò che costituisce una prima importante vittoria per i Comuni), le amministrazioni ritengono comunque la sentenza meritevole di riforma nella parte in cui sono stati ritenuti “sanati” gli ulteriori vizi dei provvedimenti impugnati. Nel ricorso in appello – predisposto dall’Avv. Michele Greco – i Comuni hanno denunciato, in particolare, l’erroneità della sentenza nella parte in cui ha ignorato i macroscopici vizi del procedimento di riesame tenutosi nei mesi di novembre e dicembre 2015, nel quale avrebbe dovuto essere rinnovato il procedimento di valutazione di impatto ambientale, mentre invece la Provincia di Brescia (in spregio all’ordinanza cautelare del Consiglio di Stato del 27 ottobre 2015) ha utilizzato il procedimento al solo scopo di riapprovare tal quali i provvedimenti oggetto di contestazione.

Motivo di appello – continua i comunicato dei tre Comuni – anche il manifesto travisamento dello stato dei luoghi, dal momento che il TAR per la Lombardia ha ritenuto l’area nella quale dovrebbe essere realizzato l’impianto priva di ogni rilevanza, dal punto di vista ambientale, paesaggistico e residenziale.

Le amministrazioni hanno invece dimostrato documentalmente come l’area in questione sia collocata in un ambito di straordinaria rilevanza dal punto di vista ambientale, naturalistico, paesaggistico, archeologico (oltre che residenziale e turistico), essendo collocata a meno di 10 metri dalle ex cave, oggi trasformatesi in zone umide in piena fase di rinaturalizzazione, all’interno di un delicatissimo sistema idrologico a falda affiorante; a poche centinaia di metri da centri abitati, zone commerciali e di grande richiamo turistico; a 1,5 km dalla zona umida del Valle, inserita all’interno del Parco Colline Moreniche di interesse sovracomunale e della Rete ecologica regionale; a 1,5 km dal Sito archeologico palafitticolo Unesco del Lavagnone e, infine, a pochi chilometri dallo stesso Lago di Garda.

I Comuni confidano che il Consiglio di Stato, preso atto di tutto quanto precede, riformi la sentenza del TAR per la Lombardia con conseguente definitivo annullamento di tutti gli atti impugnati, mettendo così una volta per tutte la parola fine a questa annosa vicenda”.

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