Il Garda degli scrittori

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SALO’ – Il prossimo evento, nato dalla collaborazione  tra l’Ateneo di Salò – che celebra i suoi 450 anni – e il liceo Fermi di Salò – che festeggia i suoi 50 anni – si terrà venerdì 17 aprile, dalle 9.30, nell’aula magna del liceo.

Il convegno, dedicato al «Garda degli scrittori», e aperto al pubblico, sarà coordinato dal prof. Pietro Gibellini noto critico letterario, filologo e docente dell’Università Ca’ Foscari di Venezia.

Roberto Fedi,  professore ordinario di Letteratura Italiana presso la Facoltà di Lingua e Cultura Italiana dell’Università per Stranieri di Perugia, presenterà il lago come elemento narrativo, come «luogo» romanzesco e poetico, come metafora, attraverso autori  del passato (quali Carlo Goldoni, Alessandro Manzoni, Renato Fucini) o a noi più vicini come Piero Chiara.

Raffaella Bertazzoli, docente di Critica letteraria e Letterature comparate all’Università di Verona, tratterà del  lago di Garda e l’Italienbild  nelle novelle del premio Nobel  Paul Heyse che, affascinato dal clima e dal paesaggio, ideale fonte d’ispirazione, soggiornò  a lungo  sulle sponde del Benàco.

La relazione di Alessandra Giappi, docente di Antropologia culturale presso la  Libera Accademia di Belle Arti di Brescia, riguarderà, invece, testi poetici di grandi autori del Novecento italiano – come Vittorio Sereni – ambientati in uno scenario lacustre. Dalla lettura di tali componimenti cercherà di dedurre e di delineare la poetica “dolce” del laghismo, propria della Linea Lombarda, che idealmente si discosta dalla “salinità” della poesia ligure montaliana, dominante per tutto il secolo.

Concluderà il ciclo di interventi la poetessa Franca Grisoni, autrice di numerose raccolte liriche nel dialetto di Sirmione e vincitrice, nel 1986, del Premio Bagutta, opera prima. Come racconterà la stessa autrice, illustrando le proprie poesie, il lago entra prepotentemente nei suoi versi e la sua conformazione le ha fatto percepire «fin dall’infanzia un qui e ora inserito in un tempo vasto, lontanissimo, ed anche sentire il nostro appartenere alla materia, visibile nel brulichio di vita tra la melma e le pietre in riva al lago e nella varietà di vita vegetale e animale tra i canneti».

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