Il PD desenzanese sui libri di testo e il sistema delle cedole

DESENZANO – Intervento del Partito democratico desenzanese sul sistema di fornitura gratuita dei libri di testo per la scuola primaria: «Dal sistema delle cedole nessun vantaggio per le famiglie né per le librerie».

Ecco il comunicato del Partito democratico, che riportiamo integralmente.

«L’Art. 8 ter della Legge Regionale 6 agosto 2007, n. 19Norme sul sistema educativo d’istruzione e formazione” della Regione Lombardia prevede che i comuni curino la fornitura gratuita dei libri di testo alle famiglie degli alunni della scuola primaria del sistema nazionale di istruzione attraverso il sistema della cedola libraria, garantendo la libera scelta del fornitore da parte delle famiglie stesse.

In applicazione a questa legge, ma anche dietro le sollecitazioni della Confesercenti, la regione Lombardia  attraverso la Legge regionale del 26 maggio 2016 n.14 impone ai comuni la fornitura gratuita dei libri di testo alle famiglie degli alunni della scuola primaria del sistema nazionale di istruzione attraverso il sistema delle cedola libraria, garantendo la libera scelta del fornitore da parte delle famiglie stesse.

Tale delibera non rispetta i principi di sussidiarietà ed autonomia che regolano i rapporti tra gli Enti pubblici, contraddice il principio di economicità della spesa pubblica, dato che il sistema del bando di gara pubblico e trasparente ha garantito ai comuni negli anni di un risparmio di spesa (per il solo comune di Desenzano del Garda di circa 7.000 euro annui), pertanto l’obbligo del ricorso alle cedole librarie si configura come un danno erariale imposto, danneggia le buone pratiche comunali che a fronte di una riduzione di spesa vincolano tali risparmi a investimenti nel piano al diritto allo studio (spesso proprio a sostegno delle famiglie con l’introduzione di buoni comunali), va contro il principio della semplificazione amministrativa e della dematerializzazione, di fatto imponendo procedure burocratiche a uffici comunali e segreterie scolastiche, tenendo anche conto delle dimensioni della scuole primarie afferenti agli Istituti Comprensivi. Non tiene conto della complessità ed eterogeneità dell’utenza scolastica, ed anche della sua mobilità, che rendono più complicata la gestione dell’acquisto mediante cedole librarie.

E soprattutto non realizza un vantaggio per le famiglie, dato che la fornitura gratuita è un diritto e il sistema dell’acquisto mediante bando di fatto garantisce la disponibilità dei testi per tutti i bambini fin dal primo giorno di scuola, direttamente a scuola.

Non costituisce, infine, un vantaggio neppure per le singole cartolerie e librerie, le quali in molti casi, anche nel sistema della gara, hanno avuto accesso alla possibilità di fornitura diretta, magari in forma associata.

Certamente nessuno vuole danneggiare gli esercizi commerciali, ma occorre dire che la libera scelta dei comuni di “andare alla vecchia” col sistema cedole oppure di fare un bando è una prassi che non ha mai visto contrasti da parte degli utenti, anzi nel caso del bando, il fatto di avere tutti i libri già a scuola ha costituito un evidente servizio rivolto proprio alle famiglie stesse, sollevandole da questa incombenza.

Da ultimo è necessario riflettere sul fatto che la Regione e la Confesercenti sottolineano la garanzia della libera scelta del fornitore da parte delle famiglie. Ora politicamente proprio questo punto è usato in modo strumentale. Se la fornitura del testo è gratuita, il comune che ha l’obbligo di garantirla, dovrebbe poter decidere in legittimità ed in piena trasparenza, le modalità che ritiene più economiche, efficienti ed efficaci. Inoltre, in questo caso, l’eventuale rinuncia del singolo ad avvalersi della scelta del fornitore, non ha influenza sulla merce fornita (i libri sono prodotti dalle case editrici e sono tutti uguali, indipendentemente che siano venduti dal cartolaio di periferia o dalla libreria del centro), mentre ne ha sul risparmio a vantaggio della collettività.

Qui sta il nodo politico dell’operazione: la Regione Lombardia sceglie di tutelare gli interessi degli esercizi commerciali, scelta legittima, espressamente dichiarata che viene però ammantata con la garanzia della libera scelta per le famiglie. Ma di che libertà stiamo parlando? Ed inoltre non dovrebbe prevalere il bene collettivo?
Proviamo a chiedere ai genitori cosa preferiscono, forse trovare i libri sui banchi il 12 settembre e sapere che con i soldi risparmiati il  comune può rintrodurre quel buono scuola che proprio la  Regione ha tolto per le famiglie degli alunni della scuola primaria? O preferiscono la libertà di andare in cartoleria o al supermercato a ritirare i libri?

Quando si parla di garanzia di libera scelta, bisognerebbe avere un po’ di decenza…»

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