Cena fascista, l’Anpi scrive a Prefetto e Questore

SALO' - Dopo la cena commemorativa della Marcia su Roma in un ristorante salodiano, l'Anpi scriva al Prefetto e al Questore di Brescia, e per conoscenza al sindaco di Salò, chiedendo di intervenire «affinché l’apologia del Fascismo non venga considerata cosa normale e tollerabile».

L’episodio risale al 28 ottobre, quando in un ristorante salodiano si sono date appuntamento più di 360 persone per celebrare i cent’anni dalla fondazione dei «Fasci Italiani di Combattimento» e i 97 dalla marcia su Roma del 28 ottobre 1922.  Gardapost diede la notizia per primo, a questo link. Poi la notizia è stata ripresa da più parti. Fino a diventare un caso.

Sulla questione ora interviene il presidente dell’Anpi Medio Garda,  Antonio Bontempi, che ha scritto al Prefetto di Brescia Attilio Visconti, al Questore Leopoldo Laricchia e per conoscenza al sindaco di Salò.

Oggetto della lettera: «L’apologia del Fascismo è ancora un reato? Richiesta di vostro intervento sul territorio Garda Bresciano – Bassa Valsabbia». La riportiamo integralmente.

«Egregi,
in qualità di presidente della sezione Anpi Garda Valsabbia (comuni indicati in calce) sono a disturbarvi per esprimere la nostra profonda preoccupazione di fronte alla rottura di un argine: l’argine che rilegava i fenomeni culturali e politici di stampo neofascista nel campo della sconvenienza e della riprovazione collettiva. In primis dei rappresentanti delle Istituzioni democratiche.

Negli ultimi anni assistiamo ad una particolare vitalità anche nel nostro territorio di presenze che si richiamano in modo esplicito alle simbologie Fasciste.

Come sicuramente avrete presente, questi soggetti giocano nel mascherare i propri riferimenti: da una parte vogliono essere un richiamo diretto ed esplicito proponendosi come gli eredi dei contenuti politici del Fascismo (da qui il bisogno di utilizzare dei simboli identificabili), dall’altra sono consci di essere oltre la linea del lecito e pertanto utilizzano il paravento della rievocazione storica o della goliardia.

Alle simbologie poi seguono i contenuti e i toni estremamente aggressivi della propaganda politica. Alla caduta di quell’argine, che in qualche modo conteneva il fenomeno, contribuiscono anche comportamenti definiamoli ambigui (la stessa diffusa indifferenza risulta ambigua) da parte di istituzioni o personaggi pubblici che hanno generato la sensazione che ci fosse lo spazio per riorganizzarsi, uscire allo scoperto, fare proselitismo e quindi rafforzarsi tessendo reti nel solco del riferimento comune: il Fascismo.
Salò, per la sua simbologia legata alla R.S.I, diviene un luogo ideale, anche se non esclusivo, per questa riorganizzazione.

La recente cena commemorativa della Marcia su Roma tenutasi in un ristorante salodiano dimostra questa attrattiva sovra provinciale: gli organizzatori stessi parlano di 360 partecipanti con la presenza di Sindaci e/o assessori. Il tutto con palese ostentazione di espliciti riferimenti al Fascismo.

La torta della cena celebrativa salodiana.

Siamo di fronte ad una cena-evento politico più che ad una privata rimpatriata tra vecchi amici, ne è prova la risonanza che se ne è voluto dare e la mancanza di riservatezza. Scandalizza la partecipazione di Sindaci e/o assessori che hanno giurato fedeltà alla Costituzione. Essendo su prenotazione, non sarà per voi difficile risalire ai loro nomi. È comunque il contesto che preoccupa e il clima di indifferenza.

Di seguito se ne fanno solo degli esempi. Tra gli organizzatori della cena l’ex consigliere comunale dell’MSI promotore di un museo “informale” a Salò sul Fascismo che viene proposto come esposizione storica, ma che ha l’evidente funzione di segnare il territorio di una presenza, che, insieme alle cene, con gli anni ha dato evidentemente i propri frutti.

Segnaliamo un’altra cena-evento per il centenario della nascita dei fasci italiani di combattimento svoltasi sempre a Salò e la presenza sul territorio di vari soggetti organizzati di cui l’Anpi Nazionale ha chiesto pubblicamente lo scioglimento (Casapound e Forza Nuova) e di altri soggetti similari.

 

Fanno parte del contesto – continua la lettera dell’Anpi – anche le iniziative pubbliche che, proposte con gli  stessi intenti prima citati di iniziativa storica e/o artistica, nei fatti rafforzano il binomio Salò – Fascismo . Mi riferisco alla mostra tenutesi a Salò dedicata a Mussolini con l’infelice titolo “Il culto del Duce” e soprattutto l’allestimento fisso sul Ventennio Fascista in fase di studio / realizzazione nel museo comunale, quando Salò non ha alcun rapporto storico con il Fascismo pre R.S.I risultando di fatto una forzatura ingiustificabile.

Riteniamo che tutto questo abbia il solo risultato di consolidare il legame tra Salò e il Fascismo, amplificando un mito Fascista utile ai gruppi locali (e non solo) per rafforzarsi, avendo estrema necessità di simbologie per farlo.

L’altro episodio riguarda non solo la ripetuta concessione a Prevalle di spazi pubblici, anche se non istituzionali, ad alcuni di questi gruppi per iniziative e feste, ma una loro pubblica legittimazione, da parte dei Sindaci, come risposta alle ripetute rimostranze dell’Anpi locale.

Ripeto, sono solo alcuni dei più recenti fatti di interesse in zona e li si ricorda non dimenticando che il Garda in passato è già stato centro operativo di frange estremistiche nere.

Per concludere questa lettera si chiede un vostro autorevole intervento perchè venga ripristinato un limite, un argine, affinchè il processo che leggiamo sul territorio non generi / trovi lo spazio per un ulteriore salto di scala e perchè l’apologia del Fascismo non venga considerata cosa normale e tollerabile».

Il culto del duce
La locandina della mostra “Il culto del duce”.

 

 

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