L’eremo di Montecastello intitolato al card. Martini

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TIGNALE – Fino ad oggi l’eremo di Montecastello non aveva un nome particolare. Era semplicemente l’eremo di Montecastello. Ora, invece, la casa di spiritualità della Diocesi di Brescia, che sorge a fianco dell’antico santuario risalente al IX secolo, è intestata al Cardinale Carlo Maria Martini.

La cerimonia di intitolazione si è svolta venerdì 4 luglio, in occasione della chiusura dei consueti esercizi spirituali della Conferenza episcopale lombarda, predicati da mons. Renato Corti, vescovo emerito di Novara.

Con lui erano a Tignale dal 29 giugno altri 22 vescovi, tra cui il vescovo di Brescia Luciano Monari e il cardinale Angelo Scola, arcivescovo di Milano. Sono diversi i motivi che stanno alla base dell’intitolazione. Il card. Martini, morto il 31 agosto 2012,era particolarmente legato all’eremo tignalese. Si ritirava qui spesso, in preghiera e meditazione, per condividere con i vescovi lombardi l’esperienza degli esercizi spirituali. Anzi fu proprio il card. Martini a scegliere, dal 1982, l’eremo di Montecastello per la «lectio divina» ai successori lombardi degli apostoli, che ogni due anni salgono fin quassù «per trovare – ha ricordato il card. Scola durante l’omelia – uno spazio di silenzio nelle nostre giornate tumultuose».

Le celebrazioni sono iniziate alle 10.30, quando i vescovi lombardi hanno lasciato l’eremo per giungere in processione al santuario per la concelebrazione eucaristica. Ad attenderli all’ingresso del tempio il parroco di Tignale, don Giuseppe Mattanza, che ha ricordato come il card. Martini fosse «un devoto pellegrino del nostro santuario».

Al termine della celebrazione, il saluto del sindaco Franco Negri e la benedizione di un altorilievo in rame sbalzato, opera dello scultore Sergio Rota Sperti di Darfo Boario Terme, posto all’eremo a ricordo dell’intitolazione. L’opera raffigura i volti di tre uomini fondamentali per la storia di questa casa spirituale, che in terra non si sono mai frequentati ma che ora colloquiano idealmente tra loro all’ingresso dell’eremo: il fondatore Pierino Ebranati (1885-1959), laico di Salò impegnato nella formazione di giovani e adulti attraverso la via privilegiata degli esercizi spirituali; l’architetto Raoul Rabolli Pansera (1945-2003), che ristrutturò e ampliò negli anni Novanta l’edificio delle origini e lo portò alla forma che oggi ammiriamo; infine il card. Martini, che per lunghi periodi soggiornò in questo luogo di silenzio e preghiera e che «ha trasmesso ai tignalesi – ricorda il sindaco Negri – una testimonianza di grande umanità».

Nel corso dell’intesa giornata è stata ricordata anche la nuova presenza, in una teca posta nell’abside del santuario, di una reliquia di San Giovanni Paolo II, donata nel marzo scorso dall’arcivescovo di Cracovia al santuario e alla comunità tignalese. Ricordiamo che l’eremo è aperto tutto l’anno e propone un calendario di iniziative che può essere consultato sul sito montecastello.org.

 

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