Depurazione: l’Italia spreca e il Garda aspetta

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LAGO DI GARDA – Ha sollevato rabbia e indignazione, sul Garda e non solo, l’articolo di Gian Antonio Stella, sul Corriere della Sera, riguardante la “beffa dei soldi non spesi per la depurazione”. Intanto il Garda aspetta…

«Il progetto di rifacimento e potenziamento del più grande impianto di tutela ecologica d’Europa è pronto. Si tratta di un elaborato tecnico molto dettagliato, pressoché definitivo. Per realizzarlo servono circa 220 milioni. Noi siamo pronti. Ci assegnino i fondi ed il Garda saprà spenderli bene e rapidamente, traducendoli in opere». È quanto dichiarato al Giornale di Brescia il presidente di Garda Uno, la società multi servizi dei Comuni della sponda bresciana del lago che gestisce il ciclo idrico, Mario Bocchio.

Una dichiarazione che giunge in seguito alle polemiche sul mancato utilizzo da parte dell’Italia dei fondi europei destinati a contrastare il dissesto idrico e ad attivare la depurazione degli scarichi fognari scatenate dall’articolo sul Corriere della Sera.

Sono anni che il Garda e i suoi amministratori lanciano appelli per trovare quei benedetti 220 milioni per realizzare i sospirati progetti per la riqualificazione del collettore fognario gardesano e la depurazione delle acque reflue. Lo stesso presidente della Comunità del Garda, Giorgio Passionelli, ha scritto un appello al premier Renzi nei giorni scorsi (leggi qui la notizia) ricordando che si tratta di «un problema vitale e di estremo interesse non solo nazionale ma anche europeo, la cui soluzione è urgente e indifferibile», visto che le acque del lago di Garda (370 Kmq di superficie, circa 50 Km cubi di volume) «rappresentano il 40% della risorsa idrica potabile disponibile della Nazione».

«Non oso pensare -ha scritto Passionelli – cosa accadrebbe all’ecosistema gardesano e alla sua economia, nonché all’immagine dell’intero paese nel mondo, se la condotta sublacuale principale, che giornalmente trasporta i reflui lombardi nel depuratore di Peschiera, avesse problemi e versasse nel lago i liquami, rompendosi in qualche punto particolarmente delicato e pericoloso. Si tratterebbe di una catastrofe».

Eppure per la depurazione del Garda non c’è il becco di un quattrino.

Il progetto, già pronto ma in attesa di finanziamenti, prevede lo sdoppiamento delle reti: quella di sponda veronese manterrà l’uso del depuratore di Peschiera, mentre la sponda bresciana, previo rifacimento dell’intera tubazione, convoglierà invece gli scarichi in un nuovo collettore che li trasferirà al depuratore di Visano, che dovrà essere completamente riqualificato.

«Complessivamente – scrive il Giornale di Brescia – è prevista la posa in opera di circa 90 chilometri di tubazioni con relative stazioni di pompaggio sulla riviera bresciana e 60 in quella veronese. Lo sdoppiamento consentirà di eliminare la doppia condotta che attraversa il lago, posata sul fondo, fra Toscolano e Brancolino, ed altre più brevi condotte sublacuali nei tratti Brancolino-Villa Marzan, Pergolana-Pioppi, San Benedetto-Pioppi. Il costo dell’opera è stimato in circa 220 milioni».

«L’intervento è sul tappeto – dice Bocchio -. Lo abbiamo presentato alle Province di Brescia e Verona. Personalmente l’ho illustrato prima al presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni e, solo poche settimane fa, anche al presidente del Veneto Luca Zaia. Ho sollecitato l’approvazione formale dell’iniziativa e del progetto da parte delle due Regioni. L’obiettivo è di promuovere un progetto unitario da inviare al Ministero per poi chiedere i finanziamenti europei, unica strada percorribile. Mi auguro che alle promesse possano seguire presto fatti, cioè delibere. Sono convinto che quella europea sia, quanto a finanziamenti, l’unica strada percorribile».

Insomma, si aspetta. Più con rassegnazione che con speranza.

Intanto Stella sul Corriere della Sera (leggi l’articolo) scrive che in Italia non sono stati spesi 2 miliardi e 273 milioni. Tutti denari già disponibili, cash, per i quali non sono mai stati aperti i cantieri. Sotto accusa soprattutto tre regioni meridionali: Sicilia, Calabria e Campania.

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