Peace food, esiste un cibo per la pace?

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ARCO DI TRENTO – La pace dipende anche dal cibo. É la sensazionale teoria di Rüdiger Dahlke, medico, che mercoledì 10 settembre a Palazzo dei Panni presenta il suo ultimo libro, «Peace food» (ed. Mediterranee, 2014).

Dahlke è specialista in terapie naturali e psicoterapia, autore di best sellers mondiali sul rapporto tra malattia, psiche e autocoscienza. Mercoledì 10 settembre alle 20.30 aprirà «La biblioteca per la pace», il tradizionale cartellone di appuntamenti con scrittori, artisti, giornalisti, attivisti e operatori impegnati concretamente nella diffusione della cultura della pace, organizzato dall’assessorato alla cultura del Comune di Arco e dalla biblioteca civica «Bruno Emmert», in collaborazione con il Centro per la pace di Bolzano.

Questa, semplificando, la teoria di Dahlke. La carne e i latticini fanno ammalare, lo testimoniano diversi studi scientifici autorevoli. Questi cibi sono responsabili di numerosi tipi di cancro, di patologie cardiocircolatorie ma anche di svariate altre malattie, tra cui il diabete e le malattie autoimmuni. Secondo il dottor Dahlke le principali cause sono due: nutrendoci con un cibo di derivazione animale, incorporiamo troppa morte (gli ormoni dello stress e della paura contenuti nella carne degli animali che hanno atteso, in fila uno accanto all’altro, la morte) e ingurgitiamo inoltre l’indicibile strazio inferto alle bestie negli allevamenti intensivi e nei mattatoi.

Accanto a questo orrore, corre in parallelo, fortunatamente, la via della salvezza: ovvero peace food, un’alimentazione a base di carboidrati integrali e di proteine vegetali ad alto valore biologico. Alla luce delle più recenti acquisizioni endocrinologiche, l’autore mostra cosa dobbiamo mangiare per nutrire la produzione di ormoni, quali la serotonina, la dopamina o il GABA, e mantenere così la nostra centratura fisica e spirituale.

Dunque, per accedere alla pace interiore, premessa fondamentale per la pace del mondo, è necessario smettere di gravare la nostra esistenza con la carne di animali abbattuti nei mattatoi. Il libro illustra una serie di scoperte mediche pionieristiche, in particolar modo in tema di alimentazione e di stile di vita. Vie semplici, proficue, sane, e percorsi volti a imprimere impulsi decisivi per la realizzazione del benessere, della vitalità e della felicità, in virtù di pochi e piccoli cambiamenti apportati alla nostra vita. Il libro propone anche trenta ricette della famosa chef tedesca Dorothea Neumayer, per preparare pasti gustosi, sani e migliorativi della qualità della vita.

Rüdiger Dahlke: la scheda

Medico e psicoterapeuta, è autore di numerosi testi riguardanti il rapporto tra malattia, psiche e autocoscienza, i suoi libri sono universalmente riconosciuti come una fonte autorevole per l’indagine psicosomatica delle malattie e del loro significato simbolico. Il dottor Dahlke nasce nel 1951, studia Medicina a Monaco e si specializza in psicoterapia, terapia naturale e omeopatia. Inizia a sviluppare l’interesse per le discipline spirituali già all’età di undici anni, consultando un libro di meditazione del nonno, medico, per superare i propri attacchi di rabbia.

Ai tempi dei Beatles compie il suo primo viaggio spirituale in India ed inizia presso l’ashram di Maharishi la meditazione trascendentale che pratica per circa 10 anni. Durante i molti viaggi conosce numerosi maestri, tra cui Osho, e apprende diversi metodi di ricerca interiore e di meditazione, tra cui lo Za-Zen, al quale è tutt’ora fedele. Nel 1989 fonda insieme alla moglie Margit Dahlke il Centro di Guarigione e Terapie alternative a Johanniskirchen, nella Bassa Baviera, dove, tra le altre, trovano applicazione l’omeopatia, la terapia della reincarnazione, la terapia simbolico-astrologica e la terapia simbolico-interpretativa della malattia sviluppate dal dottor Dahlke. In Austria, a Gamlitz, nel 2010 fonda, assieme alla compagna Rita Fasel, il Centro TamanGa, che si occupa di salute naturale e di crescita interiore.

Da circa trent’anni opera come terapeuta della reincarnazione, tiene seminari e corsi di medicina esoterica, insegna tematiche riguardanti la salute naturale, la meditazione, l’acquaterapia, la terapia del respiro e della regressione, e si occupa in particolare del digiuno come strumento di purificazione ed elevazione spirituale. Oltre al lavoro di consulenza in medicina psicosomatica, ha sviluppato un vasto programma di formazione, perlopiù rivolto a partecipanti di lingua tedesca. Le sue numerose pubblicazioni sono state tradotte in oltre 20 lingue, e libri come «Malattia e destino» (scritto con lo psicoterapeuta Thorwald Dethlefsen), «Malattia linguaggio dell’anima» e «Malattia come simbolo» sono ormai long-seller che godono di fama internazionale.

Il pensiero di Dahlke trae le proprie origini sia dalla filosofia ermetica e medicina antica come quella di Paracelso e di Hildegard von Bingen, sia dalla psicologia analitica di Carl Gustav Jung, il quale dedicò gran parte del lavoro proprio alla dinamica archetipica della psiche, riscontrando un parallelismo con gli ermetici. I principi terapeutici del suo lavoro si fondano sull’interpretazione simbolica della malattia, studiandone i sintomi fisici e psichici, e le varie manifestazioni: tutti questi segnali sono, per Dahlke, portatori di messaggi della nostra sfera interiore e ci rimandano sempre ai nostri conflitti interiori irrisolti, indicandoci i nostri compiti integrativi. Aumentare la consapevolezza del significato simbolico, riconoscere il senso nascosto in ogni quadro clinico comprendendo le immagini e i significati interiori dell’anima, questo è il lavoro di Dahlke, che utilizza la visione archetipica-analogico-simbolica, in opposizione con la mentalità meccanicistica-analitica-funzionale della scienza moderna.

Si tratta quindi di una comprensione costruttiva della malattia, la quale acquista un senso e diventa un percorso indispensabile per la nostra anima. Solamente in tale contesto, secondo la concezione dahlkiana, il disturbo può essere veramente compreso e superato.

Per Dahlke, il compito della malattia è quello di consentire un passo verso la maturazione mediante l’integrazione di aspetti dell’anima prima sconosciuti. In questo modo, l’individuo giunge a nuove qualità interiori e ad una personalità più evoluta e compie, attraverso la comprensione dell’essenza della malattia, un passo nella direzione dell’integrità della propria persona e con questo nella direzione della vera e autentica guarigione.

 

Informazioni

Biblioteca civica «Bruno Emmert»

telefono 0464 516115

e-mail [email protected] 

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