Federalberghi: basta profughi in hotel

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GARDA VERONESE – Federalberghi Garda Veneto si rivolge al prefetto di Verona e chiede che le strutture ricettive del Garda siano escluse dai bandi per l’accoglienza. Per questioni di convenienza economica e d’immagine.

Federalberghi Garda Veneto (www.federalberghigardaveneto.it) riconosce la portata dell’emergenza umanitaria e l’importanza di accogliere i cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale, ma chiede di salvaguardare la zona del lago di Garda per «tutelarne l’immagine» e non compromettere il settore turistico.

In proposito Federalberghi Garda Veneto, associazione che rappresenta 400 strutture alberghiere della riviera scaligera, ha avviato un dialogo con il prefetto di Verona Salvatore Mulas.

Tre gli incontri già intercorsi. E tre sono anche le richieste rivolte al prefetto, riassunte nell’informativa di novembre inviata ai soci: non accogliere più le disponibilità provenienti da strutture ricettive; salvaguardare il turismo evitando di destinare profughi in città e nella zona del Garda; fare in modo che i profughi vengano accolti in primo luogo in edifici statali e religiosi non più utilizzati.

In riferimento a quest’ultimo punto, secondo Federalberghi il comparto ricettivo ha già fatto la sua parte. I dati forniti dalla stessa Prefettura dicono che il 75 per cento dei migranti arrivati a Verona e provincia sarebbe già ospitato in strutture ricettive.

Per questa ragione Federalberghi invita ad individuare «altre soluzioni, non potendo escludere ricadute negative o potenziali rischi di varia natura per un settore importante, delicato e facilmente influenzabile da fattori esterni come il nostro».

«L’Associazione – conclude l’informativa – non ha nessuno strumento e nulla può fare verso quei colleghi che per motivazioni personali, umanitarie o di convenienza decidono di partecipare ai bandi mettendo a disposizione la propria struttura».

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