Allarme alla diga di Valvestino. Ma è un collaudo

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TOSCOLANO – Se nei prossimi giorni sentirete le sirene della diga di Ponte Cola che diffondono il segnale d’allarme non preoccupatevi. Si tratta di prove e collaudi.

Lo rende noto il Comune di Toscolano Maderno, che tramite il proprio sito internet rende noto che “Enel Produzioni informa che, a causa di manovre connesse al collaudo del nuovo impianto oleodinamico delle paratie di scarico di mezzofondo della diga di Ponte Cola, fra il pomeriggio di giovedì 11 febbraio 2016 ed il pomeriggio di domenica 14 il segnale di allarme della sirena della diga di Ponte Cola sarà udibile fino a 7/8 volte nel corso della giornata. Il segnale verrà avvertito presumibilmente in zona Camerate”.

La diga di Ponte Cola fu inaugurata nel 1962. Il muro di sbarramento ricade nel comune di Gargnano, anche se in zona è comunemente chiamato «diga di Valvestino»; anche lo stesso bacino artificiale, chiamato «lago di Valvestino», è compreso quasi interamente nei confini gargnanesi, con una piccola parte pertinente al piccolo comune montano di Valvestino.

Il progetto esecutivo della diga fu approvato nel 1959. Studi geologici rilevarono che la zona del futuro bacino, caratterizzata da stratificazione di era mesozoica o secondaria, risalente tra i 180 e 225 milioni di anni fa, dava ottimi requisiti di tenuta. La scelta della località Ponte Cola fu ritenuta perfetta per una diga a volta a doppia curvatura, in un solco vallivo a «V» di origine erosiva.

I lavori di costruzione dell’impianto iniziarono nel 1959 e la diga fu inaugurata il 26 giugno 1962, mentre l’invaso venne completato nell’inverno del 1963. Nella realizzazione dell’opera, progettata e realizzata dalla Società Elettrica Selt Valdarno di Firenze, furono impegnati complessivamente, lavorando a turni, circa 600 operai.

L’imponente arcata di cemento armato è alta 124 metri; ha uno sviluppo al suo coronamento di 282,45 metri e una capacità d’invaso di 52 milioni di metri cubi d’acqua. L’alimentazione del bacino è garantita, oltre che dal torrente Toscolano, anche dal torrente Droanello, nel letto del quale vengono convogliate, attraverso una galleria di 9 km scavata nella roccia, anche le acque dei torrenti San Michele e Negrini. Dalla diga di Ponta Cola parte una condotta forzata che va ad alimentare la centrale di produzione di Gargnano, situata in località San Giacomo. L’impianto è del tipo «a pompaggio» e vanta una producibilità media annua di 79,8 Gwh, pari al consumo medio di energia di 30mila abitazioni.

La diga è ovviamente sottoposta a rigidi e frequenti controlli da parte di tecnici incaricati da Enel ed è monitorata con appositi sensori in funzione 24 ore su 24. Nel corso della prima guerra del Golfo (1990-1991) lo sbarramento di Ponte Cola fu ritenuto un obiettivo sensibile ad atti terroristici. Per questa ragione fu particolarmente vigilata, anche con l’installazione di sensori elettronici anti intrusione.

Quando fu riempito l’invaso artificiale, l’acqua sommerse tutto ciò che c’era nella valle, compresa una vecchia dogana. Ogni tanto, quando il livello del bacino è particolarmente basso, lo scheletro dell’edificio posto dove un tempo correva il confine con l’Austria-Ungheria riemerge delle acque.

dogana valvestino
La vecchia dogana riemerge dalle acque.
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